Salta la navigazione e vai direttamente ai contenuti Salta la navigazione della sezione path e vai al Menu Principale
>Posizione: [H]ome > Laboratorio >Percorsi di Laboratorio > Da Sarajevo a Sarajevo

Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara

Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara

Foto stilizzata di partigiani che camminano verso le colline Salta la navigazione del Menu Principale e vai al Menu secondario
Laboratorio di Didattica
Salta la navigazione del Menu secondario e vai ai Contenuti

E OGGI?

COMPOSIZIONE ETNICA DELLE REPUBBLICHE NATE DALLO SMEMBRAMENTO DELLA IUGOSLAVIA (Censimenti del 1991 e successivi)

REPUBBLICHE Etnie prevalenti Religioni Lingue ufficiali Monete
BOSNIA
FEDERAZIONE DI BOSNIA ERZEGOVINA + REPUBBLICA SRPSKA
bosniaci
44% (1991)
48% (2000)
croati
17% (1991)
14% (2000)
serbi
31% (1991)
37% (2000)
musulmani
cattolici
ortodossi
serbo croato in caratteri latini chiamato o bosniaco o serbo o croato marco convertibile
CROAZIA croati
78% (1991)
89% (1995)
serbi
11% (1991)
4% 1995)
cattolici
ortodossi
croato in caratteri latini
serbo in caratteri latini
kuna
MACEDONIA macedoni
64% (2002)
albanesi
25% (2002)
ortodossi
musulmani
macedone in caratteri cirillici
albanese
dinaro macedone
SERBIA


Voivodina (prov. autonoma)

Serbia centrale

Kosovo e Metohija
serbi 65% (2002)
ungheresi 14% (2002)
serbi 89% (2002)
bosniaci 2% (2002)
albanesi 88% (2002)
serbi 7% (2002)
ortodossi
cattolici

ortodossi
musulmani

musulmani
ortodossi
serbo in caratteri cirillici e latini
ungherese
albanese
dinaro serbo
MONTENEGRO montenegrini 43% (2003)
bosniaci 7% (2003)
serbi 31% (2003)
albanesi 6% (2003)
ortodossi

musulmani
ortodossi

musulmani
serbo in caratteri quasi esclusivamente latini
albanese
euro
SLOVENIA sloveni 88% (1991) cattolici sloveno in caratteri latini tallero

L’Europa e il rischio Balcani
(dall’art. di P. Garimberti (Venerdì di Repubblica, sett. 2006)

"[...]Le guerre nei Balcani avrebbero dovuto servire da campanello d’allarme: l’Europa, disarmata e disarmante, mostrò la sua impotenza. L’unico a denunciarla fu Mitterand, che, dopo un vertice inutile a Lisbona e prima di volare a Sarajevo assediata, disse: "Non si può avere una politica estera comune se non si hanno i mezzi militari per perseguirla".
Poi venne la vergogna dell’ONU che abbandonava nelle mani dei macellai del generale serbo-bosniaco Mladic, Srebrenica. Una vergogna che l’Europa avrebbe potuto e dovuto evitare e alla fine furono gli Stati Uniti a imporre la pace, prima con le bombe della NATO e poi con gli accordi di Dayton.
Ecco, forse occorrerebbe ripensare alle parole di Mitterand (allora presidente della Repubblica Francese) nell’Europa a quindici, per capire che cosa continua a non funzionare nell’Europa a venticinque. Dove gli orgogli e gli interessi nazionali, o lealtà transatlantiche anteposte a quelle europee (la Gran Bretagna verso gli stati Uniti) rendono faticoso comporre una politica estera e militare davvero comunitaria: anche perchè l’allargamento ha diluito quello spirito solidaristico che avevano i paesi fondatori.
Il rischio è che l’esperienza balcanica si rinnovi in Libano in una esasperante coazione a ripetere, che pesa cronicamente sull’identità dell’Unione europea".

ISTITUTO DI STORIA CONTEMPORANEA

Vicolo Santo Spirito 11 44100 Ferrara

__Tel:__
0532/207343
0532/246209
__Fax:__
0532/207343

__E-Mail:__
iscofe[chiocciola]inwind.it

Logo dell’Istituto

Dati Tecnici
della Pagina:

Pagina creata: martedì 9 gennaio 2007
Ultima modifica: lunedì 19 febbraio 2007
powered by Riccardo Petracchini
{petracchinir[chiocciola]libero.it}

Creative Commons License
Questo/a opera è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons